L’Innominato

Tavolo lecchese per la Giustizia RESTORATIVA.

La Giustizia Restorativa è un approccio per affrontare il danno o il rischio di danno coinvolgendo tutte e tutti coloro che ne sono influenzati per raggiungere una comprensione comune e un accordo su come il danno o l’illecito può essere riparato e la giustizia ripristinata.

European Forum for Restorative Justice (EFRJ – 2018)

 

Il Tavolo lecchese per la Giustizia Restorativa considera la scuola uno dei luoghi privilegiati per fare esperienza con i giovani attorno ai temi del conflitto, attraverso l’approccio restorativo.

La scuola è uno tra i contesti ove emergono sempre più difficoltà e conflittualità che, se non affrontate, degenerano e creano profondo malessere nelle relazioni tra le diverse parti del sistema: studenti, personale scolastico e genitori.

Il Tavolo ha stretto alleanze con diversi Istituti scolastici del territorio anche grazie alla partecipazione di docenti, preziose “antenne” che si sintonizzano con i bisogni delle scuole.

Dal 2016 si è costituito un sottogruppo di lavoro che si riunisce per progettare il percorso con la scuola segnalata, dopo un’attenta analisi della domanda. Il sottogruppo:

  • si incontra con il dirigente scolastico e con gli insegnanti referenti delle classi interessate per condividere con loro l’idea, il significato, l’approccio e la metodologia alla base del percorso;
  • costruisce il percorso anche con alcuni studenti referenti delle classi, privilegiando un metodo che non prevede interventi frontali e nemmeno dialogo nella logica esperto/studente, bensì che promuova l’attivazione, la discesa in campo e la messa in gioco degli studenti in prima persona.
  • ha sperimentato l’utilizzo di un dispositivo narrativo, che aiuta gli studenti a:

identificare una situazione conflittuale e le parti in gioco;

identificare i danni e le vittime del confitto;

assumere la responsabilità di posizionarsi tra le parti in gioco;

dialogare attraverso un linguaggio non violento;

collaborare per trovare insieme una possibile via di uscita “a testa alta”

Al termine dei percorsi proposti e realizzati la classe racconta l’esperienza condivisa.